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4 italiani su 5 scelgono l'agriturismo su internet
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Agriturismi Brianza - 4 italiani su 5 usano internet

Il 79% degli italiani sceglie l'agriturismo su internet. Ad affermarlo è stato, ieri (19 luglio) a Roma, l'ex ministro Alfonso Pecoraro Scanio in occasione dell'incontro "L'Italia che piace nell'estate 2012: il turismo ambientale ed enogastronomico". L'evento è stato organizzato da Coldiretti insieme alla Fondazione UniVerde, di cui Pecoraro Scanio è presidente.

In base allo studio presentato oggi, "oltre la metà degli italiani" conosce la realtà gli agriturismi perché ci è andato in vacanza almeno una volta. Un dato che, evidenzia Pecoraro Scanio, "dimostra le potenzialità della campagna e dell'agricoltura nel dare un importante contributo allo sviluppo di un turismo sostenibile e all'occupazione".

Ai fini della scelta dell'agriturismo in cui soggiornare, il presidente di UniVerde ha aggiunto che il sondaggio ha messo in luce come sia "fondamentale, per gli intervistati, che la cucina sia a base di prodotti tipici e di stagione".

4 italiani su 5 scelgono l'agriturismo su internet
 
Diversificazione e specializzazione per rilanciare il settore agriturismo
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Giovane, donna, di buon livello culturale, possibilmente integrata in un sistema di gestione famigliare di tipo flessibile. È questo l’identikit dell’imprenditore agrituristico secondo il direttore del Consorzio Agrituristico Mantovano Marco Boschetti, uno dei massimi esperti della materia in Italia.

Boschetti sarà uno dei relatori all’interno del programma dedicato all’agricoltura multifunzionale durante Fieragricola (2-5 febbraio 2012, www.fieragricola.it). Un evento che sarà condotto con la collaborazione delle riviste specializzate L’Informatore Agrario e ospitato all’interno del padiglione 3, dedicato ad Agriservice.

In uno scenario che vede crescere il numero di aziende agricole che si dedicano all’ospitalità rurale (16.872 realtà in tutta Italia a fine 2010, il 3,7 per cento in più rispetto all’anno precedente), la strategia vincente è quella della diversificazione e della specializzazione. L’alloggio e la ristorazione, insomma, non bastano più. «Il dato su cui riflettere – osserva Boschetti – è proprio la forbice fra l’aumento degli agriturismi e la diminuzione, seppure lieve, delle presenze. Così come la diminuzione del giro d’affari medio per azienda, che nel 2010 si è assestato sui 52mila euro, il 6,3 per cento in meno rispetto al 2009».

Il concetto vincente, negli agriturismi in Brianza ma non solo, resta quello della professionalità e della specializzazione elevata. «Il marchio “agriturismo”, di per sé, è ancora un marchio di tendenza e di elevato valore – prosegue Boschetti -. Prendiamo ad esempio la vendita dei prodotti trasformati in agriturismo, valgono il 40% in più rispetto alle produzioni agroindustriali». La strada da percorrere è quella di offrire servizi diversificati, dai corsi di cucina alle gare di pesca, dal cicloturismo agli agri-asili, ma anche equitazione, escursionismo, osservazioni naturalistiche, trekking, ospitalità per famiglie con bambini, fattorie sociali.

A livello più generale, l’Italia è chiamata a percorrere esperienze già adottate in Francia, Austria e recepite nel nostro Paese solamente da alcune realtà come il Trentino Alto Adige, il Mantovano, il Comasco e cioè «sistemi di rete e di marketing territoriale in cui promuovere i distretti, anche all’estero, col sostegno delle istituzioni e delle organizzazioni professionali, ma anche con una presenza coordinata sul web». Operazioni di distretto in chiave di agriturismo, secondo le elaborazioni dell’Ufficio studi di Fieragricola, porterebbero un aumento delle presenze e del reddito medio delle imprese di ospitalità rurale dell’ordine del 7-12%.

Diversificazione e specializzazione per rilanciare il settore agriturismo
 
Settembre in agriturismo, la scelta di 5 milioni di italiani
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Secondo la Coldiretti, in base alle previsioni di Terranostra, saranno 5 milioni e mezzo gli italiani che trascorreranno le vacanze in settembre, privilegiando la scelta dell'agriturismo. Sembra infatti che chi posticipa le vacanze all'ultimo mese dell'estate, preferisca la campagna alla più classica spiaggia, preferendo la tranquillità che si gode negli agriturismi.

Va evidenziato anche il fatto che in settembre gli agriturismi svolgono molte attività di un certo interesse legate alla vita "agreste". Settembre è il mese della vendemmia, ma anche della raccolta della frutta. Si può assistere a varie operazioni di mungitura, ma anche alla lavorazione del formaggio.

Coldiretti sottolinea che l'offerta dell'agriturismo è in generale più ricca di altre soluzioni, comprendendo attività anche sportive, come il trekking o l'equitazione. In conclusione, si assiste, negli ultimi anni, a un aumento della preferenza di vacanze legate alla natura, e quindi anche la richiesta relativa agli agriturismi.

Settembre in agriturismo, la scelta di 5 milioni di italiani
 
Prevista un'estate d'oro per gli agriturismi
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Segni di ripresa per gli agriturismi: dopo un 2010 poco fortunato, i primi segnali positivi sono arrivati con le vacanze di Pasqua e il Ponte del 2 giugno. Ora la stagione estiva riapre i giochi, con buone premesse. Anche se non ci sarà un vero e proprio "boom", come quello tra il 2000 e il 2008, è prevedibile un incremento intorno al 2,5%, sia di presenze che di giro d'affari. Ad affermarlo è Turismo Verde, l'associazione nazionale agrituristica della Cia (Confederazione italiana agricoltori).

Dopo il crollo dell'8% dello scorso anno, l'estate 2011 promette bene: complici i prezzi rimasti invariati rispetto al 2010, la possibilità dei "last minute" e di "pacchetti" sempre più personalizzati (offerte coppia, offerte famiglia, percorsi benessere), le previsioni per i prossimi tre mesi, spiega Turismo Verdeà, parlano di oltre 2 milioni di pernottamenti totali, di una durata media del soggiorno in campagna di 4/5 giorni (ma si supera la settimana per le strutture con piscina o con campeggio) e di un giro d'affari complessivo compreso tra i 600 e i 650 milioni di euro, circa la metà del fatturato annuo del comparto.

D'altra parte, a chi sceglie ferie sostenibili e responsabili gli agriturismi offrono sempre più servizi: non solo natura ed escursionismo, birdwatching e aree benessere attrezzate, passeggiate guidate a cavallo o in bicicletta, ma la possibilità di ritemprarsi dallo stress della città imparando a fare "qualcosa" di particolare: corsi per riconoscere e utilizzare le erbe aromatiche e spontanee, corsi per preparare impacchi cosmetici naturali per la cura del corpo, corsi di cucina. E poi attività di svago pensate per i bambini, con la possibilità di partecipare alla vita agricola dell'azienda. Senza dimenticare il fondamentale aspetto enogastronomico, con una ristorazione attenta alla stagionalità dei prodotti e menu' biologici legati al territorio e alle tradizioni locali.

Prevista un'estate d'oro per gli agriturismi
 
Sushi e pesce crudo.. il rischio più grande si chiama Anisakis simplex
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La cultura giapponese sta sempre più entusiasmando e affascinando l'Italia e la cucina giapponese è sempre più di moda. Il consumo di pesce crudo non è molto diffuso nella cucina italiana ma è comunque in forte crescita.

Detto questo, togliamoci ogni dubbio... mangiare pesce crudo nei ristoranti ed agriturismi si può? Si, mangiare pesce crudo si può. Avere fornitori che garantiscono sulla provenienza del pesce e che certificano il trattamento, è però di fondamentale importanza. Mangiare il pesce non cotto comporta sicuramente rischi di infezioni da parte di parassiti o di intossicazioni causate da batteri.

Il pesce crudo può essere contaminato da una molteplice varietà di microrganismi, che provocano infezioni: Salmonella, Listeria, Escherichia coli, ecc... ma il rischio maggiore per chi consuma questo tipo di alimento si chiama Anisakis.

L'Anisakis simplex è un parassita presente nell'intestino dei mammiferi marini e presente , nel suo stadio larvale, in molti pesci come il tonno, il merluzzo, lo sgombro, salmone, acciuga. I parassiti passano dal sistema intestinale alle carni del pesce, infettandole. Quando l'uomo ingerisce il pesce crudo o non completamente cotto queste larve vanno ad impiantarsi nelle pareti del sistema gastrointestinale, provocando parassitosi acute o croniche. L'infettazione dell'intestino può anche estendersi ad altri organi come la milza, il pancreas e il fegato provovando problemi risolvibili solo con particolari interventi chirurgici.

Ma come dicevamo, mangiare il pesce crudo si può.. basta affidarsi a fornitori affidabili che sanno bene come trattare il pesce dopo la pesca. Ci sono metodi, infatti, che rimuovono del tutto il rischio dell'Anisakis.

L'Anisakis e le sue larve muoiono se sottoposti per 96 ore alla temperatura di -15° C, 60 ore a -20° C, 12 ore a -30° C, 9 ore a -40° C. Il problema è che non tutti i ristoranti e agriturismi seguono questa importante regola... quindi la regola è: mangiare pesce crudo si può, con moderazione, ma bisogna evitare di andare ai ristoranti e agriturismi casalinghi, cinesi e quelli poco affidabili.

Sushi e pesce crudo.. il rischio più grande si chiama Anisakis simplex
 


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